Obiettivo: formare un nuovo tipo di turista cinese

I cinesi sono dei turisti con una minima capacità di spesa, di bassa levatura culturale, e tendenzialmente superficiali? Questa è una domanda che si pongono molti tour operator italiani indecisi se puntare o meno sul mercato turistico incoming cinese in forte crescita. Perchè attrezzarsi ad accogliere migliaia di turisti cinesi, se poi questi spendono poco e optano sempre per soluzioni di viaggio al ribasso?

Attraverso la presentazione di un case-study cercherò di dimostrare che in realtà il turista cinese come lo conosciamo oggi è superficiale e disposto ad una soluzione di viaggio molto economica non per sua volontà, ma per mancanza di scelte migliori sul mercato, e soprattutto per la completa assenza di promozione turistica del nostro territorio in terra cinese.

Una piccola agenzia taiwanese, la “The One”(藝術風格旅行社,www.travel.theonestyle.com), propone annualmente, da circa quattro anni ormai, quattro pacchetti per l’Italia verso destinazione meno note ai più qui in Oriente: Trentino Alto Adige, Sicilia, Piemonte. I pacchetti comprendono piccoli borghi come Barolo ed Alba (Cu), Cortina d’Ampezzo, Cinque Terre, ecc. Ogni giorno è previsto un pranzo o una cena in un ristorante del Gambero Rosso, il pernottamento è invece organizzato in hotel d’eccellenza. Il gruppo non supera i 25 turisti in modo da offrire al consumatore il miglior servizio possibile. Un pacchetto di nove-dieci giorni ha un costo di 3000 euro escluso il biglietto aereo.

Ora è d’obbligo la domanda: come è possibile che questa piccola agenzia riesca a vendere un prodotto assolutamente non economico, e molto ricercato-originale negli itinerari e nell’accomodation? Il segreto sta nell’ottima strategia di comunicazione e promozione, e nella scelta di affidarsi ad un’accompagnatrice taiwanese che oltre a conoscere bene l’Italia con la sua cultura e cucina, capisce anche molto bene cosa si aspettino i suoi clienti dall’Italia. Riesce pertanto a condizionarne le scelte, a coinvolgerli in una nuova esperienza di viaggio, a farli spingere oltre le solite mete turistiche italiane. Quindi l’impiego di un mediatore culturale nella creazione dei pacchetti e l’efficace promozione turistica, possono creare nuove tendenze di viaggio e quindi intercettare o modellare un nuovo tipo di turista cinese.

Ipotizziamo che il modello dell’agenzia viaggi “The One” fosse applicato su grande scala. Immaginiamo che il Ministero del Turismo o l’Associazione Italiana Tour Operators costituiscano un team di esperti di marketing turistico e mediatori culturali che conoscono la cultura cinese e il modo di viaggiare dei cinesi. Questo team oltre a costruire nuovi pacchetti viaggio, struttura anche tutta la campagna di promozione turistica per far conoscere le nuove destinazioni, e per creare tra i turisti cinesi un nuovo pathos, abituandoli ad un nuovo modo di viaggiare in Italia. L’Enit invece di limitarsi a tradurre in cinese le bronchures che ha già pubblicato in passato per il mercato americano-europeo, progetta dei nuovi materiali a mezzo carta stampata o digitali (websites, blogs) interamente ideati avendo in mente il turista cinese. Inoltre, addestriamo in Italia figure professionali, quali accompagnatori, guide, receptionists pronti ad accogliere il turista cinese, a farlo sentire il turista più apprezzato e voluto in Italia. Quali protrebbero essere i risultati? Difficile per me prevederlo, ma è l’unica strada per trarre profitto e creare oppotunità di crescita e lavoro sfruttando la smisurata crescita del turismo cinese.