Chiang Chingkuo: esempio di leaderismo illuminato

蔣經國 Chiang Chingkuo

La Storia non importa di quale civiltà o popolo, offre sempre molti spunti di riflessione. Credo che la storia contemporanea taiwenese possa offrire degli spunti interessanti all'Italia, dove siamo vicini ad un momento importante per la nostra democrazia e per il futuro dei giovani. Un appuntamento che ahimè mancheremo, e a come si stanno mettendo le cose, affronteremo nel modo sbagliato. 


Oggi vi racconto di Chiang Chingkuo, figlio del ben più noto Chiang Kaishek, tiranno cinese presidente del Partito Nazionalista che sconfitto nel 1949 da Mao Zedong, si rifugiò nell'isola di Formosa. Chiang Kaishek governò Taiwan per più di ventanni tenendola sotto la più severa dittatura, con il folle progetto di prepararsi al ritorno in Cina attraverso un attacco militare con il sostegno dell'alleato americano. Alla sua morte, gli succedette il figlio Chiang Chingguo alla guida del Paese. I tempi ormai erano cambiati: la Seconda Guerra Mondiale era oramai lontana, i toni della Guerra Fredda iniziavano ad attenuarsi. Nel 1978, poco dopo il suo insediamento a Presidente della Repubblica Cinese, Chiang Chingkuo riceve una telefonata dall'ambasciatore americano che gli annuncia la decisione del Presidente Carter di non sostenere più politicamente ed economicamente Taiwan. Chiang Chingkuo, che ha già 68 anni, realizza che è tempo di dare il via ad un cambiamento radicale. Chiama tutti i cervelli in fuga taiwanesi, e gli chiede di lasciare gli USA e ritornare in patria per dare impulso a quello che sarà il progetto che rilancerà l'economia taiwanese e renderà Taiwan una nazione economicamente indipendente. Chiang Chingkuo lancia così le "Dieci grandi opere di modernizzazione" che prevedono tra le altre la costruzione di ferrovie, centrali nucleari, autostrade, porti, aereoporti, acciaierie, ecc. Queste poliche di ammodernamento producono risultati notevolessimi: Taiwan in quegli anni ha un PIL del 13%, le piccole-medie imprese prolificano ovunque, diventa forte l'attrazione di grandi capitali esteri. Taiwan diventa la seconda più grande riserva mondiale di valute estere.
Ma non finisce qui. Nel 1987 cancella la legge marziale, introduce la libertà di pensiero, di parola, e di associazione politica. Muore nel 1988 lasciando Taiwan nell'età d'oro della sua economia, nel punto più alto di benessere e crescita economica.

Seppure Chiang Chingkuo non sia un famosissimo personaggio storico, molto meno noto del padre, è il più amato a Taiwan. Ci ha insegnato che per rilanciare un Paese occorre una semplice ricetta:

1. Conoscenza, coinvolgendo tutti i cervelli e i talenti della nazione.

2. Grandi opere, che non siano cattedrali nel deserto e un pretesto per sprecare risorse pubbliche e far girar tangenti, ma che siano strategiche per la crescita dell'economia. Vogliamo parlare della banda larga e delle infrastutture in Italia?

3. Andare oltre gli interessi personali. Chiang Chingkuo avrebbe potuto continuare a fare il dittatore come il padre senza che nessuno glielo impedisse, ma ha anteposto gli interessi della nazione che guidava ai propri. E proprio ora che ci vorrebbe questo spirito altruistico, la politica italiana si frammenta in partitini che difendono l'interesse particolare a scapito delle urgenti riforme di cui l'Italia ha bisogno che potrebbero far ripartire la nostra Storia.