Perchè alcuni realizzano i loro sogni e altri invece si limitano a confinarli nella loro mente?

Ospito con piacere sul mio blog un articolo dal titolo "La trappola della normalità" scritto da Francesco Zecchino , psicologo e capo redazione della rivista Estosdias.

Siamo fatti della stessa materia dei sogni
W. Shakespeare


Un singolare esperimento condotto sui primati ha dimostrato la tendenza limitante e a volte distruttiva che abbiamo di seguire acríticamente regole e comportamenti impliciti che ostacolano la nostra crescita e potenzialità, facendoci accettare uno stato di cose che appare immodificabile per ragioni solide le quali realmente poggiano su assunzioni deboli.

Nella fase iniziale dell’esperimento quattro scimmie venivano rinchiuse in una grande gabbia contenente alla sommità un casco di banane raggiungibile attraverso una scala. Quando le scimmie provavano a salire sulla scala, poco prima di arrivare alla metà un getto di acqua gelata frustrava il loro obiettivo, così che riscendevano dalla scala senza il desiderato alimento. Successivamente veniva sostituita una scimmia, e la nuova entrata istintivamente provava a raggiungere il casco di banane, ma immediatamente era scoraggiata dalle altre tre che la obbligavano a desistere per risparmiarle la sorpresa dell’acqua gélida. Una alla volta venivano sostituite tutte le scimmie originarie che avevano conosciuto l’acqua gelata, e le quattro scimmie finali rispettavano la regola “non salire su quella scala” senza mai essersi esposte alla acqua gelata, della cui esistenza non avevano una certeza, ma solo un avvertimento.

La natura sociale delle scimmie spiega questo comportamento: l’influenza e la pressione sociale sono talmente forti ed intense da superare e frustrare i desideri e i piani d’azione individuali. Noi non siamo scimmie, ma siamo più convincenti ed efficaci delle scimmie a influenzare o essere influenzati socialmente e accettare e perpetuare acríticamente comportamenti di cui non possiamo stabilire esattamente la correttezza. Che dire se i primi getti di acqua fredda fossero stati casuali o fossero stati anche gli ultimi? Le scimmie della fase finale dell’esperimento venivano trattenute non dal pericolo e disagio reale ma dalle regole scritte e tramandate dalle altre. Non sapranno mai se a differenze delle prime avrebbero loro potuto raggiungere il casco.

Lo stesso succede nella nostra vita personale e professionale. Diamo per scontate alcune cose o accettiamo come buone e reali regole imposte e tramandate da altri. “Si è sempre fatto così” spesso è il muro che ci impedisce di andare oltre, di provare nuove soluzioni creative, di ottenere migliori prestazioni. È una frase rassicurante e consolante, che limita rischi e non ci espone agli obblighi della responsabilità, e non implica tentare ulteriori sforzi cognitivi.

Eppure si dice che le regole vengono create per essere infrante. Nessuna rivoluzione, nessun progresso o cambiamento sarebbe stato possibile se una persona o un piccolo gruppo non avesse messo in dubbio delle regole. Nessun cambiamento possiamo aspettarci se non siamo capaci di criticare, rompere, modificare e cambiare le regole.

A nessuno fa piacere essere definito una persone mediocre e conformista, per questo abbiamo imparato ad usare un eufemismo, un sinonimo più tranquillanzante: siamo semplicemente persone normali. Cosa significa però essere una persona normale? Se ci pensiamo bene spesso è un modo políticamente corretto per nascondere la mediocrità (essere nella media) o il conformismo (agire in base alle norme condivise, adeguarsi alle forme prestabilite).

Per avere risultati eccezionali bisogna essere persone eccezionali, smettere di essere normali. Non essere normale significa essere diverso, non accettare o non comportarsi secondo i canoni tracciati dagli altri. Adeguarsi passivamente a un modello di vita standardizzato, non autenticamente nostro. Non essere normali significa riconoscere che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come scrisse Shakespeare. La differenza tra sogno e realtà è piuttosto imprecisa. Il sogno ci appare reale e a volte la realtà ci appare come una esperienza onírica.
Nei sogni facilmente riusciamo a soddisfare i nostri desideri, siamo capaci di volare, siamo capaci di realizzare cose straordinarie per il semplice fatto che siamo capaci di ignorare e andare oltre le regole. I sogni sono un prodotto della nostra mente. Spesso nei sogni si riflette anche la nostra tendenza a limitarci: chi ha una bassa autostima si trova a fare sogni limitanti, ha sfortuna e nemici anche nei sogni, fallisce, fa incidenti, è perseguitato e addirittura muore nel mondo dei sogni.

Perchè alcuni realizzano i loro sogni e altri invece si limitano a confinarli nella loro mente? Lo psicoanalista Jung scrisse che i sogni sono veri fino a quando non li abbandoniamo. Trasformarli in realtà dipenderà da quanto siamo capaci di trasformarli in azione. Un desiderio senza azione resterà solamente un sogno. Se non siamo ancora riusciti a realizzare un sogno molto probabilmente dipenderà dalla nostra inadeguata capacità di agire, forse nemmeno ci abbiamo provato.  Se vogliamo andare oltre, dobbiamo smettere di pensare normalmente e di comportarci normalmente. Riconoscere che possiamo vivere un sogno e non semplicemente sognare di vivere.