有聚有散


Un proverbio cinese recita così: 天下沒有不散的筵席 (tianxia meiyou bu san de yanxi), ovvero "al mondo non c'è nessun incontro che non preveda una separazione". Mi vengono in mente questi caratteri in occasione dell'addio di una mia compagna di banco che è stata sin dai miei primi mesi qui a Taiwan una delle mie più care amiche.
Yurika, una ragazzina indonesiana molto semplice ma per questo attraente e piacevole, ora è già a casa, lontana da Taiwan e da quello che fino a stamattina è stato il suo mondo per due lunghi ma fugaci anni.
E solo ora che lei è partita comprendo il senso di un altro proverbio cinese, 聚散無常 (jusanwuchang), secondo cui a noi non è concesso controllare i momenti di incontro e di separazione: le persone, gli amici, gli affetti in cui ci imbattiamo non li scegliamo noi, nè tantomeno possiamo decidere quando imbatterci in loro per la prima volta. Ma la cosa più triste è che è impossibile per noi controllare i tempi della separazione, non ci è dato rimandarla, figuriamoci cancellarla, dobbiamo solo accettarla e convincerci che siamo solo dei puntini turbinanti in un immenso cosmo, che a volte si trovano ma che prima o poi dovranno separarsi.
Ma come sosteneva Su Dongpo, un poeta cinese, 悲歡離合 (beihuanlihe), la tragicità dei momenti di separazione è forte come la gioia che si prova nei momenti in cui ci si ritrova, momenti in cui si ha l'impressione che niente è cambiato, che tutto è lì dove l'avevi lasciato, con la certezza che quella gioia, quell' intimità e forte amicizia ci sarà e continuerà per sempre trascendendo le barriere spaziali e temporali.