Orfani di Buffon

Cosa racconterò domani ai taiwanesi? Oggi il pub era pieno di taiwanesi che tifavano Italia, e al fischio finale mi sono dileguato il prima possibile, non per l'onore, l'orgoglio e bla bla bla, ma per non soffrire di fronte a domande tipo: "Te lo aspettavi?" o osservazioni tipo: "Chi l'avrebbe mai detto...". Che tragedia...uscire perdendo la partita che abbiamo giocato meglio! Se non è un fallimento questo...
L'uscita dell'Italia campione del mondo in carica dal mondiale sudafricano, impone due riflessioni, una tecnica e una morale. Chi non fosse interessato a quella tecnica salti pure all'ultimo paragrafo...

Non mi dilungherò su moviole e dettagli, schemi e voti ai giocatori, lasciamo queste inezie ai giornali sportivi. L'Italia ha pagato cara l'assenza di Buffon, il migliore portiere al mondo, e l'infortunio di Pirlo, l'unico vero regista della squadra, la cui importanza si è vista nei soli venti minuti che ha potuto giocare.

Passiamo ora alla riflessione etica-morale. Questo mondiale ci da lo spunto per una grande lezione di vita: intelligenza è sapersi adattare alla realtà rinunciando alle proprie convinzioni. Lippi ha sbagliato non solo le formazioni e ancora prima le convocazioni, Lippi ha sbagliato a non saper umilmente e ragionevolmente fare un passo indietro rispetto alle sue convinzioni adattandosi flessibilmente alla realtà. Se Gilardino non segna, perchè lo confermi? E se Pepe non stoppa un pallone e non sa fare assist, perchè non lo lasci in panchina? Sono bastati 45 minuti a Quagliarella per farci capire che avremmo potuto giocare tutto un altro tipo di mondiale. E se ci fosse stato Cassano a fare da regista? Ma lasciamo perdere, questa è un'altra storia...
Ergo, nella vita bisogna saper rinunciare alle proprie , anche magari legittime, convinzioni quando queste sono inesorabilmente sconfessate dalla realtà!