Appartiene all'epoca Colonialistica e dei grandi Totalitarismi europei e orientali del Novecento, l'uso abietto dell'istruzione come veicolo per la propaganda e l'indottrinamento politico. Nella Germania Nazista e nella Russia Sovietica, andare a scuola per i bambini di quasi un secolo fa, voleva dire studiare la realtà raccontata dal Tiranno o dal Partito, leggere libri di testo che erano propaganda pomposa delle gesta e delle riforme del governo totalitario.

Ci si aspetterebbe che un tale controllo assoluto e abietto del sistema educativo nell'era contemporanea e cibernetica, possa essere considerato qualcosa di antiquato da relegare ormai al passato e alle ingiallite pagine degli orrori della Storia post-moderna. Eppure sembra non sia così...

Un docente di lingua cinese in un esercizio linguistico sulle preposizioni locative, per disattenzione o sbadatezza, ha usato una cartina politica della Repubblica Popolare Cinese che indicava Taiwan con un colore diverso da quello della Cina. Da linguista e docente di lingue straniere, posso capire la logica del docente cinese: ciò che a lui stava a cuore era l'esercizio grammaticale, pertanto una cartina vale l'altra...Ma il direttore della scuola, temendo possibili ritorsioni, non la pensava così!! Pertanto ha chiesto al docente di cambiare immediatamente la cartina che stava utilizzando come ausilio didattico con una cartina in cui Taiwan fosse rappresentata come una provincia cinese, e non come uno Stato indipendente. Siamo o no alle comiche? A quelle paranoie da Russia stalinista?
Come vorrei un mondo senza politica e soprattutto senza nazionalismo e totalitarismo, sistemi politici che più offendono e deturpano la natura umana.