Fingendomi Marcel Proust...


Lunedi. A casa di amici per preparare un pranzetto all'italiana, quando nel mentre che mi adopero tra pentole e fornelli, vengo distratto e assorbito dalle note di questa canzone, "You've got a friend". Il motivo di tanto trasporto non è solo la calda voce di Joanna Wang, una cantante taiwanese cresciuta a Los Angeles che tra l'altro consiglio vivamente, ma credo piuttosto sia l'effetto della "memoria involontaria", ben illustrato da Proust nel famoso episodio delle "madeleine" nel romanzo "A la recherche du temps perdu", dove l'odore di alcune semplici brioche chiamate "madeleine" lo portano a viaggiare nel tempo attraverso i ricordi. 
E penso mi sia successa la stessa cosa.
Sentire questa canzone mi ha subito riportato alla mente la ben più celebre versione del grande James Taylor, la quale poi mi ha aperto la finestra verso un'infinità di piacevoli e maliconici, direi piacevoli perchè maliconici, ricordi. Quali? Ebbene, per riviaggiare nel tempo navigando nel mare dei ricordi, ho bisogno di riascoltare la versione che fece da sottofondo a quella lontana estate del 1999...


Avevo nemmeno quindici anni quando conobbi Andrea, allora solo ventiseinne. Era un sabato pomeriggio, le quattro, credo, quando entrai nel suo ristorante-pizzeria "Villa Cycas" per iniziare quella che poi sarebbe diventata la mia lunga carriera da cameriere. 
E in quel preciso momento non immaginavo per niente quanto quella esperienza di lavoro, la prima della mia vita, mi avrebbe formato e modellato...
Tra i cd di Andrea, che faceva da "direttore" nel locale dove lavoravo, c'era una Collection di James Taylor. Ergo, ogni sera, arrivati i clienti, mi toccava riascoltarla e riascoltarla e riascoltarla...e così "You've got a friend" si è impressa nella mia mente, ed è diventata una delle canzoni della mia vita!
Mentre la riascolto, mi ritornano in mente i colori dei piatti, i gusti delle pizze, i vassoi, i volti dei clienti affezionati, le sigarette Merit di Andrea, le tovaglie gialle, i centrotavola (che poi a piano a piano ho fatto fuori con i miei movimenti non coordinati), la fontana nel parco col rumore dei suoi zampilli, i tavolini all'aperto e quelli nella veranda, i tavoli dal 22 al 25 nella saletta, gli affreschi sui soffitti, l'angolo bar color smeraldo, la sala camino, le sgridate di Franco ingessato, le smorfie dei colleghi incompetenti, gli uccelleti di pancetta e mozzarella, le chiavi del cancelletto, le tinozze da riempire con la legna per il forno delle pizze, la mozzarella da tritare, i limoni gialli da spremere, la birra Frost...e quanti altre immagini che si accavallano e scontrano, incrociano e combinano mentre riascolto le note della mia estate più bella. 
L'estate in cui mi sono sentito un pò uomo. 
L'estate dove ho conosciuto il mio primo boss, che è anche stato un caro amico.
L'estate in cui è nato Riccardo...che forse adesso non mi riconoscerà, ma io me la ricordo bene quella domenica di agosto...