Il sistema politico taiwanese ed italiano a confronto


Questo fine settimana a Taiwan si terrano le elezioni politiche. I Progressisti candidando una donna, la Sig.ina Tsai Yingwen蔡英文, cercheranno di mandare a casa il presidente nazionalista uscente Ma Yingjiou馬英九. Un’impresa, dal mio punto di vista, impossibile in quanto il partito Nazionalista è per ragioni storiche il più forte, perchè il partito Progressista è stato di recente coinvolto in brutte storie di corruzione e concussione, e soprattutto perchè ai taiwanesi piace sia Ma Yingjiou, che è un personaggio politico di spessore ed esperienza, sia la politica di un moderato avvicinamento al sistema Cina da lui promossa. Obiettivo di tale politica è trarre il maggior profitto dalla crescita economica cinese, senza inimicarsi il potente vicino, ma anche evitando di farsi inglobare da esso. Le posizioni estremiste indipendentiste dei Progressisti invece spaventano i taiwanesi, soprattutto quelli che in territorio cinese fanno profiqui affari.

La critica che faccio al partito Nazionalista, ma che può essere anche estesa a quello Progressista, è la mancanza di rinnovamento nella classe dirigente. Infatti, i faccioni sui manifesti elettorali sono in maggioranza di politici ultra-cinquantenni. Qualche eccezione si vede nei candidati del partito Progressista, ma in genere anche tra di loro abbondano i cinquatenni. Questa quindi la più lampante somiglianza tra il sistema politico italiano e quello taiwanese, due sistemi controllati da una generazione che programma un futuro che non vedrà mai!
Il problema dell’anzianità della classe dirigente politica ed economica, in Italia è stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica dal movimento di Grillo, accolto nel dibattito interno del PD, con il risultato che però nulla è cambiato. O al massimo, ci sono solo stati dei cambiamenti di facciata. L’esperienza dei Rottamatori ormai non incanta nè interessa più nessuno, in quanto è stato uno slogan cavalcato per un pò fino a quando l’opinione pubblica è stata sensibile all’argomento. Ergo, niente cambia nè cambierà...

In quest’ottica, credo che ciò che scrivevo alcuni mesi fà si sia immancabilmente verificato...

In Italia le tornate amministrative stanno diffondendo entusiasmo e partecipazione, soprattutto nell'elettorato di sinistra, che si è scoperto improvvisamente vivo, capace e desideroso del cambiamento, quasi un nuovo 25 aprile per la liberazione dell'Italia dal berlusconismo e dal modello di società populista, ignorante, razzista e volgare che ha ispirato. Questo entusiamo dovrebbe coinvelgerci?

E' alquanto illuminante ciò che sta avvenendo negli stessi giorni in Spagna. Giovani, ma anche vecchi, sono scesi spontaneamete in piazza per manifestare la loro rabbia ed indignazione, malcontento per un futuro a tinte fosche, precario. Eppure lì al governo c'è Zapatero, un leader che solo alcuni anni fa era acclamato proprio come ora in Italia lo sono Vendola, Pisapia, De Magistris. Un leader, qui in Italia invidiato e preso come modello, che aveva dato a tutti la speranza e la voglia di un cambiamento rivoluzionario, creduto possibile e certo. Ma allora perchè adesso gli spagnoli sono arrabbiati ed indignati? Se lì in Spagna c'è un leader onesto e presentabile, e non corrotto e mafioso come quello italiano, perchè le cose comunque non vanno bene?

Io una risposta ce l'avrei, ma so che sconteterebbe tutti i miei cari amici impegnati responsabilmente a sostenere liste civiche e movimenti nazionali. Ciò che spero è che questa primavera non si trasformi ancora una volta per voi in una cocente delusione...